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about

LeTormenta compilation track from "inerzia della catastrofe" LP.

lyrics

Mano nella mano, occhi negli occhi. Amore, è il nostro sangue che vogliono. Senti come urlano le loro pallottole, reclamano le nostre vite. Perchè siamo arrivati a questo? Abbracciati abbiamo dormito, insieme abbiamo vissuto la notte e sognato. Di un luogo incantato in cui tutti sono uguali. Nessuna superiorità, nessuna arroganza o prepotenza. Senza fascisti o chi per loro. Un bellissimo posto dove poter vivere il nostro grande amore, le nostre speranze, il nostro futuro... ma non ora. In questo incubo di realtà è tutto sbagliato amore mio... qui ci ammazzano, continua a sparare. Tu sanguini e il mio cuore sanguina con te. Dobbiamo fuggire insieme, non posso lasciarti qui.
Poi, il rumore assordante dello sparo, troppo vicino, da dietro... lui si gira e lei non c'è più.
Mio dolce compagno, tu non mi sentirai dire queste parole, io sarò già morta, scappa ora, non ti trattengo più. Piuttosto che loro è meglio la morte . Poco ho vissuto, si, ma per quel poco, ho conosciuto la vita, l'amore e la libertà.
Questo mio gesto per tutti voi.

DEDICATED TO SIRIO, IRIS, ADRIANO, ARTURO e TONINO.

credits

from Inerzia Della Catastrofe. comp lp, released March 31, 2012
Iris Versari nacque il 12 dicembre del 1922 a San Benedetto in Alpe (Forlì) da una numerosa famiglia di contadini. Visse un'infanzia felice tra le innumerevoli mansioni delle vita rurale del tempo e i vari spostamenti della famiglia sulle colline del forlivese, fino a giungere e stabilizzarsi a Tredozio dove, già nel Settembre del '43, poco più che ventenne, Iris era la staffetta della formazione partigiana del paese, che aveva trovato ospitalità nella sua stessa casa.
Entrò a far parte della resistenza romagnola a fianco di Silvio Corbari il 2 gennaio 1944, a cui si legò affettivamente e con il quale avrebbe condiviso le imprese e la stessa tragica sorte. Iris si distinse per il suo coraggio in diverse azioni partigiane.
L’occupazione di Tredozio fu la prima clamorosa impresa della “banda Corbari”. Silvio dimostrò di non essere il sanguinario assassino descritto dalla propaganda fascista di allora, avendo rilasciato incolumi i militi che si erano arresi. I nazi-fascisti per rappresaglia arrestarono i genitori di Iris e li deportarono in un campo di sterminio (da cui solo la madre fece ritorno), ne saccheggiarono la casa e ne dispersero i fratelli.
Dopo l'occupazione di Tredozio, nell'inverno del 1943-44, la banda venne decimata dalle catture subite in seguito a un rastrellamento effettuato alla fine di gennaio '44; esclusi Silvio Corbari, Iris Versari e pochi altri partigiani, furono tutti sorpresi e fucilati o deportati in Germania.
Il rapporto con Silvio era stato immediato, ma non si esaurì in una romantica avventura. Fu improntato a sentimenti profondi e a profonde inquietudini. Silvio le aveva regalato un mitra speciale, una bellissima arma con la canna decorata in rame sbalzato, molto più piccola del mitra normale, con l'impugnatura arabescata e impreziosita di fregi.
Nell'aprile del '44 Iris, Silvio e altri sette o otto compagni, occuparono Modigliana, giungendo in paese in pieno giorno, prelevarono soldi della banca e se ne andarono. Fecero ritorno una decina di giorni dopo; prima però, con una azione di propaganda, la banda aveva fatto sapere ai militi fascisti che sarebbe avvenuta l'incursione, e che i partigiani sarebbero stati spietati nei confronti di chi si era posto al servizio dei tedeschi. L'occupazione avvenne una domenica pomeriggio: una ventina di partigiani, con Corbari e Iris in testa, entrarono a Modigliana senza incontrare alcuna resistenza, poiché i militi erano scappati. Prelevarono armi e materiale militare. Corbari diede spettacolo al bar centrale, sorbendo tranquillamente la sua bibita con la cannuccia, mentre il paese era in preda all'eccitazione.
LA TRAGEDIA
Silvio e Iris partirono con dieci compagni verso Forlì, per tentare l’assalto al carcere e liberare Tonino Spazzoli, sotto suggerimento di Franco Rossi, ex membro della banda. Il 15 agosto 1944 Rossi rubò alcune armi della banda lasciando scritto in un biglietto che le aveva prese in prestito e che sarebbero dovuti andarle a prendere il venerdì seguente, il 18, a Cornio. Silvio si recò a Papiano per incontrare Rossi, del quale ormai sospettava e con il quale ebbe un lungo colloquio; Iris, rimasta a Cornio, durante l’assenza di Silvio fece accidentalmente partire un colpo dal suo “sten” ferendosi sopra al ginocchio sinistro. Per il dolore e per il timore di essere abbandonata, mandò un contadino a sollecitare il ritorno di Silvio. Corbari la raggiunse. Ora i partigiani a Cornio sono quattro: Iris Versari, Corbari, Casadei e Spazzoli.
I quattro decidono di passare la notte a casa di un contadino, a causa delle condizioni di Iris, che non può camminare; dicono al contadino di svegliarli alle quattro. All’ora stabilita il contadino li sveglia, ma non si alzano e continuano a dormire.
All’alba il contadino si alza; apre la porta di casa per dare un’occhiata al tempo ma l’intimazione di 'alto là' lo inchioda sulla soglia. Riesce comunque a precipitarsi in casa e a dare l’allarme. I militi entrano in casa, un ufficiale altoatesino entra nella camera dove sono Iris e Silvio, ma lei lo uccide con una raffica del suo sten, mentre Corbari spara col mitra dalla porta aperta. Il nemico, sorpreso dalla reazione, si ritira e si apposta intorno alla casa. I militi iniziano a sparare e a bombardare la casa a colpi di mortaio. Gli assediati si difendono con raffiche di mitra e lancio di bombe a mano, incuranti della superiorità numerica. Per avere una speranza di salvezza bisogna lasciare subito la casa e tentare la fuga. Corbari è esitante, non vuole lasciare Iris in mano ai fascisti. Per dissipare l’indecisione di Silvio e fare in modo che si salvi, Iris si uccide.
Durante la fuga Spazzoli viene colpito alle gambe e al torace, Corbari si lussa un ginocchio e cade in uno strapiombo, dove viene raggiunto e soccorso alla meglio da Casadei, che lo nasconde nel bosco vicino. Casadei rimane accanto a Silvio, anche se sa che questo può significare la morte per lui. Vengono raggiunti dai militi, che massacrano Corbari e feriscono Casadei, il quale non scappa ma rimane vicino all’amico e si fa catturare. Franco Rossi, rivestito di tutto punto da milite fascista e con la testa rasata di fresco, va incontro a Casadei, ridendo e impugnando il mitra di Iris. E’ il 18 agosto.
Spazzoli viene ucciso durante il tragitto per Castrocaro (perchè si lamentava troppo per le ferite subite), dove furono impiccati Corbari e Casadei.
Nel pomeriggio vengono appesi a Forlì in piazza Saffi ed il giorno dopo vicino ai loro corpi vengono appesi anche quelli di Iris e Spazzoli.
Casadei, con il cappio al collo nella piazza di Castrocaro, dopo aver rotto la corda ad un primo tentativo di impiccagione dirà ai militi fascisti: “A si mèrz nèca in'tla corda!” (siete marci anche nella corda!).

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LeTormenta Forlì, Italy

Non siamo un gruppo. Non nel senso comune del termine. Non suoniamo musica. Nessuno di noi conosce il pentagramma. Non siamo scrittori ne tanto meno poeti. Eppure produciamo rumore e le nostre parole potrebbero toccare qualcuno nella parte più profonda. ... more

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